TONI BARUFFALDI (Fotoclub CHIARO SCURO) IN MOSTRA A PIOVE DI SACCO
Mostra ‘Viaggio (di sola andata) ad Auschwitz’ : 24 gennaio – 8 febbraio 2015
Allego la locandina in oggetto riguardante una mia prossima Mostra a Piove di Sacco.
Sono previste anche 2 + 2 proiezioni di un Audiovisivo sulla mostra, prodotto da Giampaolo Solinas del Fotoclub di Brugine, un sensibile esperto in materia.
Questa Mostra rientra nel programma delle celebrazioni dedicate dal Comune di Piove di Sacco al Giorno della Memoria del 2015.
Cordialmente,
Toni Baruffaldi
Mostra: “Viaggio (di sola andata) ad Auschwitz”
Presentazione.
Se mi fossi recato ad Auschwitz prima del 2003, anno in cui acquistai la mia prima macchina fotografica digitale, non avrei avuto dubbi sulla scelta della pellicola da portare con me: rigorosamente Bianco/Nero.
Dopo quella data, in fase di post-produzione, avrei comunque trasformato i files in Bianco/Nero, perché mai mi sarei immaginato di presentare a colori un reportage sul Campo di sterminio di Auschwitz. Ma dopo aver visitato quel Museo (perché di questo si tratta e così esso si propone) non ho avuto dubbi sull’operazione: non avrei modificato i files originali applicando su di essi il filtro della nobile e pietosa finzione che inevitabilmente il Bianco/Nero porta con sé. Le stanze che avevo visitato erano esattamente così, a colori. E proprio così erano i cortili, le baracche, le torrette di guardia, le valigie, le scarpe, le protesi, gli occhiali, i pagliericci, i dormitori, le celle di detenzione, le stanze degli avvelenamenti, le camere a gas, i forni crematori: questo tragico cosmo, che avevo appena visto e che videro gli internati di allora, era a colori, seppure con i colori della morte.
Ma tra i due momenti (l’allora e l’oggi) ci sono, e ci saranno sempre di più con lo scorrere del tempo, distanze abissali che solo le anime più sensibili – almeno in parte – possono aspirare a colmare.
Al contrario, il fluire ininterrotto di non pochi visitatori, impegnati a percorrere il Museo nei tempi programmati, mi convinsero che era proprio quella distanza a produrre il calo di tensione che viceversa la visita meritava. Se quei raccapriccianti reperti riuscivano a trattenere solo una minoranza di presenze in soste meditate, cosa avrebbe potuto aggiungere un’esposizione fotografica a migliaia di chilometri da quegli stessi luoghi in cui la tragedia si era perpetrata?
Con l’inserimento, in alcune mie fotografie, di immagini realizzate nel medesimo contesto sia dai feroci aguzzini e sia dalle truppe militari al momento della liberazione dei campi di sterminio (*), ho inteso ridurre il divario temporale e oggettivo delle due realtà, divario che una visione frettolosa del Museo non aiuta a risolvere.
Una scelta fotografica azzardata, ma dettata dall’auspicio che essa si aggiunga alle tante, ma non ancora esaustive, riflessioni su quella che fu l’immane tragedia dell’Olocausto.
Toni Baruffaldi
(*). Le fotografie da me utilizzate sono tratte dal sito “it.wikipedia.org/wiki/Olocausto”